In epoca pre-Covid il mercato immobiliare italiano stava vivendo un momento particolarmente florido, con un andamento vivace e attivo, capace di regalare soddisfazioni ad acquirenti, venditori ed investitori immobiliari. Con l’avvento della pandemia abbiamo ovviamente assistito ad un brusco calo delle attività immobiliari, un calo che è giunto fino quasi all’immobilismo nei momenti più critici, in cui anche pianificare visite, trattative o atti di compravendita si è dimostrato veramente difficile.
Ma se per tutto il 2020 lo scenario è stato pressoché immobile, nella primavera 2021 si sono iniziati a scorgere i primi segnali di ripresa, con una risalita in termini di compravendite che si colloca intorno ad un 30% in più nel primo trimestre 2021, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (fonte: idealista.it). Risalita confermata anche dall’analisi dell’Osservatorio dell’Agenzia dell’Entrate che evidenzia una crescita del 73,4% degli acquisti di abitazioni su base annua, rispetto al 2020.
Allo stesso tempo, in questo altalenarsi di momenti di crescita e stallo, i prezzi degli immobili hanno subito un calo – anche se non in modo trasversale in tutti i settori – per cui si rivelerebbe questo un momento propizio per investitori immobiliari che possono acquistare immobili di alto valore a prezzi nettamente più bassi rispetto a quelli di un paio di anni fa, considerando che le previsioni dei trend di mercato prospettano un incremento da qui ai prossimi tre anni.
Il seppur lieve e graduale miglioramento della stabilità delle condizioni economiche degli italiani ha infatti fatto crescere la propensione all’acquisto. Secondo un recente studio (fonte: Nomisma, 2° rapporto sul mercato immobiliare 2021) nell’ultimo anno sono oltre 3 milioni le famiglie propense ad investire nell’immobiliare, di contro però solo circa 800 mila sono quelle che effettivamente sono in grado di poter sostenere economicamente l’operazione. Numeri che comunque lasciano ben sperare se confrontati con le circa 500 mila trattative di compravendita realizzatesi nel 2020.
Un fattore da non sottovalutare nello scenario attuale, soprattutto se si pensa di investire in immobili in contesti urbani, è che la pandemia ha portato ad apprezzare in particolar modo gli spazi esterni ed anche la necessità di avere a propria disposizione uno spazio privato di misure adeguate e non troppo angusto, sia per esigenze di natura domestica che lavorativa, dato che la pratica dello smartworking si è diffusa e tende a rimanere, per alcune realtà, ancora stabile.
Anche in Toscana i dati confermano questa tendenza: secondo l’osservatorio di Fiaip Toscana le abitudini di acquisto dei toscani sono cambiate in epoca post lockdown, ora la preferenza è per immobili che abbiano almeno uno spazio esterno (giardino o terrazza) – magari una stanza in più – o quantomeno spazi interni adatti a lavorare da casa. Queste tipologie di immobile vanno letteralmente a ruba, con tempi medi di vendita anche di tre mesi.
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